Dalla stessa parte mi troverai by Valentina Mira

Dalla stessa parte mi troverai by Valentina Mira

autore:Valentina Mira [Mira, Valentina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM


Tuoni

Tornano in macchina.

Devono andare fin su, al paese in Sabina.

È un viaggio infinito, di quelli che non arrivi proprio mai.

Alla fine il carro funebre si ferma e, d’istinto, alcuni compagni afferrano la bara di Mario. La portano loro, in spalla, e improvvisano un corteo.

A qualcuno viene da strillare qualche slogan.

“Ma non c’avete rispetto!” sbotta uno degli zii di Mario. “Non c’avete rispetto,” insiste, “qui c’è un morto.”

Rossella si gira, gli occhi di fuoco. La voce è piena di fierezza quando risponde: “Quel morto è mio marito”.

Ma è talmente dolce e piena di cura – verso gli altri ancor più che verso sé stessa – che passerà anni a vergognarsi di quella risposta, a dirsi che, poverino, lui non lo diceva mica con cattiveria.

Rossella non la guarda mai, la bara.

Per tutto il tempo del funerale ha lo sguardo fisso sulle vetrate colorate della chiesa. Il sole filtra e fa i suoi giochi di luce, un caleidoscopio che si rifrange e ferisce l’occhio.

E meno male che non ascolta il prete. Perché a volte le omelie ai funerali sanno essere davvero irritanti. “Ora è in un posto migliore” e verdetti simili. Mario, il suo posto lo aveva accanto a Rossella, accanto a Tiziano, in mezzo ai compagni.

Quando finalmente la liturgia volge al termine, dalla chiesa lo portano a braccio al cimitero, che sta ai piedi dell’edificio.

Rossella non piange.

A dirla tutta, Rossella non ha pianto un attimo.

È come dissociata.

Il cervello avrà pur bisogno di difendersi in qualche modo, no?

Rossella non piange neanche per un secondo. Avanza nella giornata apatica come quel cielo blu nontiscordardimé, sotto a un sole che splende arrogante sopra le loro teste.

D’un tratto, la situazione si capovolge.

Arrivati al cimitero inizia a tirare vento.

È così forte che a momenti fa volare il cappelletto al muratore che è comparso con una cazzuola in mano.

Quindi tira fuori i mattoni e comincia, un mattone dopo l’altro, a chiudere il loculo.

Stavolta c’è silenzio.

Si sente solo questo vento improvviso e l’armeggiare dell’uomo con la cazzuola e il secchio di cemento.

Rossella non si perde un passaggio e, guardando tutti quei mattoncini rossi, le vengono in mente i Lego. Poi il muratore li copre con altro calcestruzzo – peccato, rossi erano meglio, pensa Rossella nella sua dissociazione momentanea, prima di chinarsi e affondare un rametto secco nel cemento fresco per segnare le iniziali di Mario.

M.S.

Mario Scrocca.

A Rossella viene un pensiero allucinante, che forse tradisce il suo stato di dissociazione anche più dei viaggi mentali precedenti.

MS. Ma questa è una marca di sigarette, pensa.

Nel momento esatto in cui elabora questa bislacca associazione, succede.

Un tuono.

Un tuono fortissimo che squassa tutto, un tuono così forte che spalanca il tendone da circo dell’azzurro grande e, al posto delle tigri, fa uscire fuori il diluvio.

Rossella inizia a urlare.



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